giovedì 19 dicembre 2013

Tanta amarezza.

Questa è una delle puntate di Presa Diretta che, con le dovute attenzioni, rende abbastanza bee l'idea dello stato in cui versa il Paese. E' una puntata datata, risale al gennaio 2012, ma a mio modesto parere le conclusioni valgono e purtroppo, se non ci sarà un cambio radicale di mentalità (o di sistema?!) varranno ancora per molto.

E mi chiedo perchè da ing. ambientale devo guardare a Paesi come Inghilterra, Germania, nord Europa per cercare lavoro. Tanta amarezza.




giovedì 5 dicembre 2013

Smettete di... Alfred Souza

Peccato non sapere di preciso chi sia davvero codesto Alfred Souza, colui al quale si attribuiscono queste righe, mi piacerebbe saperlo (Wikipedia, eterna fonte delle risposte al "ma chi/cosa è questo?" non dice nulla in merito)... per ora trascrivo queste poche righe...


Smettete di...

Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita!
Ma c'erano sempre ostacoli da superare, strada facendo qualcosa di irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati, in seguito la vita sarebbe cominciata.
Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la mia vita.
Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici, ma che la felicità è un mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno.
E allora smettete di pensare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 chili, di prendere 5 chili, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente.
La felicità e le gioie della vita non sono delle mete, ma un viaggio.
Lavorate come se non aveste bisogno di soldi.
Amate come se non doveste mai soffrire.
Ballate come se nessuno vi guardasse.

Alfred Souza

venerdì 22 novembre 2013

MAN - Steve Cutts


Navigando qui e là mi sono imbattuta in un video di tematica ecologista, che, su Youtube, ha ricevuto ad oggi più di 5 milioni di visualizzazioni.
Il video è stato realizzato da Steve Cutts, un artista e blogger freelance che vive a Londra.
Merita davvero.

Enjoy! (:



lunedì 11 novembre 2013

L'Estate di San Martino

L'11 di novembre, l'Estate di San Martino.
Si è presentata puntuale, in una giornata meravigliosa, calda, soleggiata, ventilata al punto giusto. Fin da quando sono piccola, la mia mamma, viste le sue origini rurali e campagnole, mi ripete sempre: "E' l'11 di novembre, l'Estate di San Martino! In campagna venivano rinnovati i contratti agricoli annuali... e da qui deriva il detto "fare San Martino", cioè traslocare.

E come non ricordare in quest'occasione la celeberrima poesia di Giosuè Carducci intitolata appunto San Martino.


La nebbia a gl'irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de' tini
Va l'aspro odor de i vini
L'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l'uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi d'uccelli neri,
Com'esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

 
Ed ecco alcune foto scattate a Bergamo questa mattina.

Bellissima vista di Città Alta dal colle di San Vigilio - Bergamo
Le mura venete ( XVI secolo) - Bergamo
La nitidezza della giornata permette la vista fino a Milano,
di cui si percepiscono i grattacieli all'orizzonte
Il Massiccio del Monte Rosa, la cui cima più elevata, la Punta Dufour
raggiunge i 4.634 m s.l.m.
Gli alberi di kaki, stracarichi sono il simbolo di questa stagione

sabato 9 novembre 2013

Update on Maldives


Continuando a curiosare qui e là ho trovato questo interessante documentario intitolato “THILAFUSHI GON'DUDHOH, waste final destination in Maldives”, presentato a CINEMAMBIENTE2013 in occasione del 16° Environmental Film Festival che si è tenuto a Torino dal 27 maggio al 5 giugno 2013. Il documentario di Roberto Carini e Giulio Pedretti dura 14 minuti e consiglio a tutti di guardarlo.
Roberto Carini ha lavorato come video editor, video operator, e postproduzione di film-documentari. È un membro di Shantimedia. Giulio Pedretti ha fondato l’associazione Azul e lo studio associato Shantimedia nel 2009 per la produzione di video e documentari.

Al documentario ha collaborato anche Paolo Galli, ricercatore confermato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e direttore del laboratorio di ricerca internazionale delle Maldive. Sì, perché proprio l’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha avviato ad inizio gennaio 2013 presso l’atollo di Faafu, nell’arcipelago delle Maldive il programma “Benefici dall’uso delle rinnovabili”. Tale progetto, della durata di un anno per un costo complessivo di 201 mila€ (sostenuto da Caritas Italia per 150 mila€) si basa su tre principali pilastri:
 riduzione della dipendenza da combustibile fossile, diminuzione del degrado ambientale, e maggiore autosufficienza energetica soprattutto alle isole più remote.

Per tutti i dettagli del progetto si consulti questo link.

Un paio di considerazioni:
  • Paolo Galli nel video dice: “le soluzioni che si possono immaginare sono quelle di gestire al meglio l’isola di Thilafushi quindi di fornirla di tutta la tecnologia necessaria a far sì che si possa bruciare in modo adeguato, con dei filtri, che ci siano delle strutture di contenimento dei rifiuti o forse, ancora prima sarebbe meglio ridurre la quantità di rifiuti (ridurre gli imballaggi che vengono utilizzati per conservare e trasportare il cibo, mettere l’acqua nelle bottiglie di vetro e non usare la plastica). Quindi sono una serie di cose che sommate insieme sono in grado di ridurre notevolmente il problema. E quindi trovare una soluzione in tempi brevi è facile”. […] “Essere consapevoli del problema. Se si è consapevoli, si vede il  problema e si trova la soluzione, se invece si usa la strategia della negazione e il problema non esiste, il problema continuerà a non esistere e poi potrà soltanto esplodere tra le mani della popolazione locale. Io credo quindi che popolazione locale, tour operator e ricercatori di tutto il mondo possano riunirsi assieme per risolvere il più velocemente possibile il problema”.

    Speriamo allora che la cooperazione che si augura Galli arrivi in fretta perché già il danno è fatto e comunque su Thilafushi arrivano quotidianamente 330 tonnellate di rifiuti (di tutti i tipi).

  • Per quanto riguarda progetti focalizzati più sul waste management, che sull’efficienza energetica e le risorse rinnovabili, sul sito della World Bank ho trovato la descrizione dell’ Ari Atoll Solid Waste Management Project, progetto avente l’obiettivo di formare capacità tecniche e risorse umane per gestire efficacemente i rifiuti solidi generati in determinate isole dell’atollo di Ari, così da ridurre i rischi per l’habitat marino e le emissioni di GHG (GreenHouse Gases).
  •  
  • L'ultima considerazione che parla da sola:
    la parola locale in maldiviano per spiaggia è GON’DUDHOH (come il titolo del documentario) che significa letteralmente “discarica”.

That’s it.    (at this moment)

martedì 5 novembre 2013

Ljubljana


Ljubljana. Capitale della Slovenia, fin dall’indipendenza del 1991, è una città in stile mitteleuropeo, sorta alla confluenza dei fiumi Sava e Ljubljanica.

Appena arrivati ho avuto l’impressione di trovarmi come in una piccola Vienna, o in una versione “city” di Bratislava.

Sul fiume Ljubljanica
Con i suoi circa 280.000 abitanti costituisce il cuore pulsante della Slovenia in un territorio a circa a 300 m di altitudine, posto tra il Carso e la regione alpina.
Il mercato, veramente grande, che si tiene il sabato mattina in piazza nella zona lungo il fiume (e che, per altro, ci ha costretti ad una levataccia da Trieste per poterlo vedere), ha davvero meritato una visita… grazie ad esso profumi, colori, sapori e vita animano il centro cittadino.

Al mercato... che spettacolo!


Mercatini sul lungo fiume

Passeggiare per la città è un must, ammirando come stile barocco e Art Nouveau si fondono assieme nel centro storico perfettamente rimasto intatto e fantasticamente reso pedonale.

L’imponente Dragon Bridge, costruito tra il 1900 e il 1901, opera di Zaninovic, è il simbolo della città. La mitologia greca narra che l'eroe Giasone ed i suoi Argonauti - per intenderci è il gruppo di 50 eroi che a bordo della nave Argo partirono alla ricerca del Vello d’Oro – dopo averlo trovato nella Colchide (attuale regione del Caucaso all’incirca nella Georgia occidentale) si sarebbero poi diretti a nord lungo il fiume Danubio risalendo poi il fiume Sava (affluente del Danubio) arrivando fino alle sorgenti del Ljubljanica. Il mito vuole che nell’area tra i comuni dell'attuale Vrhnika e Lubiana, gli Argonauti trovarono un grande lago circondato da una palude e lì Giasone trovò un mostro… Il drago alato appunto. 


Dragon Bridge
A parte il meteo un po’ infelice, soprattutto nella giornata di domenica, Ljubljana è stata davvero una piacevole sorpresa (resa ancora più piacevole dall’ottima compagnia – artefice e mente, come sempre, di impeccabili fine settimana), consigliata per chi volesse trascorrere un romantico w.end. 

Vista dall'alto sul fiume Ljubljanica che attraversa la città
Dulcis in fundo... chi non vorrebbe andare ad un disco pub
che ha come insegna uno scheletro ingabbiato?!?

bè...effettivamente era Halloween!!!

mercoledì 30 ottobre 2013

Autunno

Autunno - Vincenzo Cardarelli

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.






lunedì 28 ottobre 2013

Arrampicata a Varenna

Sabato 26/10: all'inaugurazione del nuovo muro di arrampicata nel mio "vecchio" liceo mi incontro con Alex e Giorgia, cui avevo dato una mezza parola per un giretto in falesia nel pomeriggio. Dopo una settimana passata da mezza influenzata (e non è che sia tutto guarito nemmeno ora), la pigrizia era tanta, le energie non al massimo, ma i mitici insistono =D in realtà ci sarebbe anche Diego, non l'ho mai incontrato, ma sarebbero in tre, il quarto sarebbe utile per formare due coppie... allora mi dico, "bè, con il sole che c'è oggi, stare a casa è un delitto!"
Salutiamo il mitico Elio, professore di ed. fisica nel liceo, ma soprattutto artefice, mentore e guru della nostra passione per l'arrampicata, mangiamo un boccone (!!!! panzerotto + arancino... si sa mai che vengano meno le energie!) e partiamo. Passo da casa a fare veloce lo zaino, prendo una corda e via, destinazione Piona... strada facendo però ci rendiamo conto che arrivare fino in cima al lago di Como ci porterebbe via troppo tempo e decidiamo così di fermarci alla falesia di Varenna.

C'ero già stata, la prima volta un mesetto fa, bella spiaggetta........sì, spiaggetta, MA DOVE SEI FINITA?!? Realizziamo mordendoci le labbra che le piogge dei giorni passati si sono portate via la spiaggetta che c'era. Ci diciamo, bè, qualche sasso c'è, mal che vada ci si appende alla catena che è stata messa apposta per quando il livello del lago si alza.

Io, terrorizzata dall'acqua che potesse bagnare la mia corda, ok, è dry, ma cmq preferirei restasse asciutta (ringrazio la premura con cui Alex e Giorgia la recuperavano finito il tiro, - "vi lovvo" - cit.) =P odiando le onde anomale che arrivavano a bagnarci i piedi poco dopo che al largo transitavano battelli, aliscafi e imbarcazioni ringrazio tutti per il divertimento.
Abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio, caldo e soleggiato (il lusso di poter stare in canottiera a fine ottobre!) =)

Ecco qualche foto!


Situazione a fine settembre (foto di sx) e sabato (foto di dx).
Spiaggetta, DOVE SEI FINITA?!? =D
Diego e più lontano Alex, in azione!

I ragazzi! Facce contente =P
Bella vista mentre si va in alto.
Alex e Giorgia che meticolosamente appendono il tutto,
soprattutto per non bagnare la corda. =))

Giorgia lanciatissima sul tiro più difficile della giornata.

Ed infine un tramonto spettacolare con la sottoscritta al telefono. =)

domenica 27 ottobre 2013

English dinner.. part2

Ed ecco qui la ricetta dei crumble di mele!
Come nel caso del Cottage Pie la ricetta originale l'ho presa dal sito di J. Oliver e la potete vedere qui.
Questa volta ho seguito meno rigorosamente la ricetta originale, soprattutto per la preparazione della frutta.
J. Oliver consiglia nella sua ricetta di usare frutta fresca come rabarbaro, prugne, albicocche, fragole o pere... e io ho usato le mele =) 
In Valtellina è tempo di raccolta mele e la solita cooperativa dove vado a prendere frutta&verdura svendeva mele superbuone, magari un po' segnate a prezzo irresistibile e ne ho prese a kili ;)

Crumble di mele

Ingredienti per 6 persone:  
  • 6/8 mele golden;
  • succo di mezza arancia ;
  • 220g di farina bianca (ho usato la 00);
  • 100g di burro;
  • 70g di zucchero fino;
  • un pizzico di sale.

Procedimento per la frutta.
Ho sbucciato le mele e le ho tagliate a pezzetti, le ho messe in una casseruola antiaderente con il succo di mezza arancia. Ho unito cannella e chiodi di garofano e ho coperto a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto. Se si asciuga troppo si possono aggiungere dei cucchiai di acqua. La frutta è pronta quando risulta morbida, ma non troppo "marmellatosa". Nel mio caso non ho aggiunto zucchero perchè che c'è già nell'impasto del crumble e le mele erano già sufficientemente dolci.

Procedimento per il crumble.
Ho impastato assieme la farina (setacciata), lo zucchero, il burro ed un pizzico di sale fino ad ottenere una consistenza tipo quella della figura sotto.

In terrine monoporzione ho sistemato sul fondo la frutta cotta e sopra ho coperto bene con l'impasto di farina, burro e zucchero.
Il tutto si inforna a forno caldo, 180 º C/350 º F / gas 4 e si cuoce per circa 20 minuti o comunque finchè la superficie non risulta bella dorata.

Nella ricetta originale si consiglia di servire accompagnato da crema pasticcera o gelato, ma a mio parere anche da solo è molto molto buono.

Gnammm!
Impasto di farina, burro e zucchero per il crumble.
Ed ecco qui i crumble alle mele finiti.
Gnammm! =P

English dinner.. part1

L'altro giorno, così, per caso, mi è venuto in mente di quando a 17 anni, ho trascorso la mia prima vacanza-studio in Inghilterra, a Exeter, nel Devonshire, contea nella verde e bellissima penisola della Cornovaglia.
Ho un ricordo splendido di quel mese trascorso in una famiglia inglese (di cui purtroppo non ricordo più il nome) frequentando un corso di lingua nella splendida Isca School.

La mia famiglia ospitante era veramente gentile, e la signora ogni giorno cucinava (e qui ho avuto fortuna perchè era veramente brava in cucina, in barba ai pregiudizi sulla cucina inglese!!!) piatti diversi e deliziosi. Io e Caroline (una ragazza francese che era ospite con me) non vedavamo l'ora arrivasse il mercoledì... Sì, perchè "on Wednesday"  era il giorno libero dal lavoro della signora e per colazione ci faceva trovare pancackes caldi con marmellate fatte in casa e sciroppo d'acero e la sera ci preparava lo Shepherd's Pie (che lei chiamava Cottage Pie) e i cumbles di frutta (mele, pere, fragole o frutti di bosco)!!!

L'altra sera ho deciso di provare a rifare, ad anni di distanza, la cena del mercoledì.. googlando qui e là ho trovato sul sito di Jamie Oliver, celeberrimo giovane chef inglese, le due ricette che proprio mi servivano.

Qui di seguito riporto, tradotta, la ricetta dello Shepherd's Pie con le lievi modifiche che ho apportato. La ricetta originale (in inglese) se volete la trovate qui.


Shepherd's Pie

Ingredienti per 6 persone:
  • 1 cipolla rossa;
  • 2 carote;
  • 2 coste di sedano;
  • 2 spicchi d'aglio;
  • un mazzetto di rosmarino fresco (io ho utilizzato quello secco);
  • olio di oliva (ho preferito usare olio extravergine di oliva);
  • 500g di carne macinata d’agnello di buona qualità (io ho utilizzato la carne macinata mista, quella per ragù per intenderci);
  • 400g di polpa di pomodoro;
  • brodo vegetale o di agnello 250 ml, preferibilmente biologici (per comodità ho usato mezzo dado vegetale per 250 ml di acqua);
  • sale marino e pepe nero appena macinato;
  • 1.5kg Desirèe patate (ho usato le classiche patate per purè);
  • 100ml di latte parzialmente scremato (ho usato quello intero);
  • una grande noce di burro.

Procedimento per la carne macinata.
Sbucciate e tritate grossolanamente la cipolla e le carote e le coste di sedano. Sbucciate e tritate finissimamente gli spicchi d’aglio (generalmente io elimino sempre l'anima specialmente se gli spicchi sono grossi). Scaldare una padella, consiglio antiaderente, a fuoco medio. Aggiungere una buona quantità di olio extravergine d'oliva, la cipolla, la carota, il sedano, l'aglio e del rosmarino. Cuocere per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a quando il tutto non si sarà ammorbidito. Aggiungere la carne macinata e rosolare per 10 minuti, mescolando bene. Poi unire i la polpa dei pomodori in scatola. Aggiungere il brodo caldo, regolare di sale e pepe mescolando bene, quindi portare ad ebollizione. Ridurre a fuoco basso, con il coperchio leggermente socchiuso per 1 ora. Comunque la cottura varia in base a quanto liquida è la polpa di pomodoro, io alla fine ho fatto cuocere per 50 minuti perché ho scelto una polpa abbastanza densa, l’importante è ottenere alla fine un ragù ben denso.

Procedimento per il topping di patate.
Sbucciare le patate, tagliarle a metà o in quarti a seconda della loro dimensione, e metterli in una pentola di acqua bollente salata. Far bollire finché sono tenere. Scolarle in un colino e rimetterle in pentola. Schiacciarle con una forchetta (non ho usato lo schiacciapatate perché preferisco non farle diventare proprio purè cremoso). Aggiungere il latte, il burro. Regolare di sale e pepe

Preriscaldare il forno a 190 º C/375 º F / gas 5.
Mettere la carne sul fondo di una teglia da forno (io ne ho usata una classica rettangolare in ceramica). Coprire con le patate livellando bene la superficie, spennellare con dell’olio e guarnire con del rosmarino.
Infornare in forno caldo e cuocere per 25 minuti, o fino a doratura.
 
Un’idea è servire con broccoli e/o piselli.

Buon appetito!

PS: nel ragù ho aggiunto anche un pizzico di peperoncino =)


Shepherd's Pie appena sfornato =P
Ed ecco il piatto pronto! Buon appetito!

Nel prossimo post metterò la ricetta dei crumbles alle mele. Gnammm!