domenica 24 agosto 2014

Trieste. La città dei venti.

Quattro passi per Trieste. 
Molo Audace, Piazza Unità, Museo Revoltella, Museo Sartorio, Basilica di San Giusto, Acquario civico, Miramare, Castello di San Giusto, Canal Grande, Risiera di San Sabba solo per citare alcune delle mete vistitate in questa splendida città.

Ingresso alla Risiera di San Sabba

Vista dal sentiero Rilke sul castello di Duino ed il Golfo di Trieste verso Grado

Arco di Riccardo - Trieste


Canal Grande

James Joyce di guardia al Canal Grande dal Ponte Rosso :)

Goletta Palinuro (Marina Militare) in partenza


See you soon, Trieste !

venerdì 27 giugno 2014

Ljubljana

Ho avuto la fortuna di visitare Ljubljana con Michele a novembre 2013.
Un paio di giorni fa è uscita la notizia che è stata nominata capitale "ecologica" europea del 2016.
Come riportato dalla notizia Ansa, Ljubljana è riuscita a superare tutte le altre città finaliste grazie sia a quanto fatto in ambito green nel corso del passato decennio, sia a quanto in cantiere per il futuro, in particolare alla sua strategia di sostenibilità ambientale "Vision 2025".
Janez Potočnik, commissario Europeo all'Ambiente nonchè cittadino sloveno, ha avuto l'onore di conferire il premio a Tjaša Ficko, vicesindaco di Ljubljana.
La news ufficiale è reperibile sul sito della Commissione Europea.

domenica 22 giugno 2014

Carona - Laghi Gemelli

E' passato un po' di tempo dall'ultimo post, ma dopo aver trovato la mia "direzione" (per rifarmi al post -direzioni-), il tempo per tenerlo vivo si è drasticamente ridotto.. vedrò subito di rimediare :)

Inizia la bella stagione, il solstizio d'estate è appena trascorso ed ora in vista delle lunghe giornate perchè non godersi una bella passeggiata all'aria fresca e pulita della montagna?

Una bella escursione in giornata in zona Bergamo, valle Brembana è la conosciuta Carona-rif. Laghi Gemelli. Ormai l'ho fatta un mesetto fa e le foto mostreranno ancora l'abbondante neve presente in quota a fine maggio! 

Il sentiero parte dalla sponda sinistra orografica del lago artificiale di Carona (1105 m s.l.m.) e percorre il sentiero 211. Il profilo altimetrico non permette molti defaticamenti, se non quando si giunge al lago Marcio (1840 m s.l.m.) e si continua ancora fino all'ultimo "strappetto" finale che porta al rifugio Laghi Gemelli (1961 m s.l.m.).

Lago Marcio (1840 m s.l.m.)

Magnifiche distese di crocus.


  


Rifugio Laghi Gemelli (1961 m s.l.m.)

venerdì 11 aprile 2014

- direzioni -


Ho iniziato a scrivere questo pezzo il Primo di aprile, ma il treno corre in fretta, frettissima. E’ il mio treno della vita.
Se ci ripenso un anno esatto fa ero a Bruxelles, città bellissima, viva, colorata in primavera e bianca, bianchissima in inverno, caratterizzata dal susseguirsi delle vere stagioni che da tanto non vedevo… Bruxelles: vissuta con tante ansie. Il lavoro in primis. Ed oggi come allora mi ritrovo investita da un treno che procede a folle velocità.
Il treno come metafora della vita è forse, a volte un po’ abusata come figura, ma per me questo periodo non può che avere questa come immagine come quella più calzante.
L’anno scorso, come oggi era un susseguirsi di pensieri sul futuro, decisioni da prendere, dubbi sulle direzioni da seguire..

...quale direzione?!

..ed oggi come allora il gioco consiste nella prontezza e nell'abilità di saper salire a bordo di questo treno lanciato a folle velocità senza farsi troppo male, parando gli urti da una parte e aggrappandosi a chi ci tende la mano dall’altra.
Ci sono stati periodi in cui è stato fermo parecchio, non ha proceduto sempre ad alta velocità, si è più volte bloccato in stazioni in cui nessuno desidererebbe mai fermarsi… e lì, proprio in quei momenti è stato davvero importante trovare il sostegno giusto per trascorrere le lunghe attese in queste dannate stazioni.
La stazione più brutta vissuta da me è stata quella chiamata Disoccupazione. Niente procede, dentro si ha la speranza, ma fuori non si percepisce un barlume di luce, nessun segnale di partenza del treno da parte del capostazione.
Ed è lì, nei mesi in cui ogni giorno è drammaticamente uguale all’altro, lì si fa lezione di vita e si imparano a distinguere i veri affetti, i veri amici. Le mani tese pronte a darti una mano, le braccia che ti sorreggono nei giorni in cui sarebbe invece più facile giacere esanimi.
A tutti coloro che si ritrovano in questi giorni, a tutti quelli invece che non li hanno ancora conosciuti e che mi auguro non li vedranno mai, la regola è non mollare mai.
Con la voglia di fare, denti stretti una soluzione si trova sempre.

Never give up.

lunedì 3 marzo 2014

Addio Mario Lodi


Ieri nella sua casa di Drizzona, in provincia di Cremona, si è spento all’età di 92 anni Mario Lodi, pedagogista, scrittore e insegnante italiano… per me, nella mia ignoranza, dove il termine “pedagogo” forse avrebbe bisogno di una visita sul vocabolario, Mario Lodi è stato l’autore di Cipì, libro che ho veramente adorato nell’infanzia.

Riprendendo da Wikipedia i punti salienti della sua vita, Mario Lodi si diploma maestro all'Istituto magistrale di Cremona nel 1940. Da studente si ribella alle manifestazioni per la guerra organizzate dai fascisti: da quel "no" verrà la presa di coscienza che lo porterà poi, dopo la guerra, all'impegno pedagogico per una scuola nuova in una società democratica.
Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini e la sua incapacità di maestro formato dall'Istituto magistrale a svilupparle e organizzarle nel lavoro scolastico con una metodologia coerente. Comincia un periodo di esperienze, incontri, dibattiti, seminari nel Movimento di Cooperazione educativa, che ogni anno, nel Convegno Nazionale, si traducevano in una sintesi pedagogica. Nasceva così, con l'introduzione critica nella scuola italiana delle tecniche del pedagogista francese Celestin Freinet, un'impostazione pedagogica nuova e alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni: il testo libero, il calcolo vivente, le attività espressive (pittura, teatro, danza, ecc.), la ricerca sul campo, la corrispondenza interscolastica, la stampa a scuola, la scrittura individuale di storie e di veri e propri libri (come Cipì).

Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho di Piadena (prov. di Cremona), suo paese natale. Ed è qui che Cipì nasce.

Riporto uno stralcio di quanto scritto nella quarta di copertina:

[...] Oltre i vetri dell’aula, il maestro ed i ragazzi scoprono ed annotano una storia comune nel mondo della natura, ma non per questo meno vera e significativa, meno ricca di poesia e di simboli: quella del passerotto Cipì e della sua compagna Passerì, circondati da personaggi di volta in volta buoni e cattivi: un gatto, un gufo, una margherita, ma anche il sole, le nuvole, le stagioni.
Seguendo le avventure di Cipì, identificandosi in lui, nelle sue difficoltà e nelle sue vittorie, i ragazzi hanno descritto la loro vita, le loro scoperte.
“Cipì” è una favola “vera” che nasce da una osservazione attenta e amorevole della realtà.

 
Forse questo tipo di libri vanno letti almeno due volte nella vita, perché con gli occhi da adulto si percepiscono sfumature che da bambino non si riescono ancora a cogliere, perché se ne guardano altre..
[…] Anche Cipì e Passerì conobbero la felicità ed ebbero tanti figli ai quali insegnarono le cose imparate nella vita: ad essere laboriosi per mantenersi onesti, ad essere buoni per poter essere amati, ad aprire bene gli occhi per distinguere il vero dal falso, ad essere coraggiosi per difendere la libertà.
fine


I tre libri di Mario Lodi nella mia libreria.