lunedì 3 marzo 2014

Addio Mario Lodi


Ieri nella sua casa di Drizzona, in provincia di Cremona, si è spento all’età di 92 anni Mario Lodi, pedagogista, scrittore e insegnante italiano… per me, nella mia ignoranza, dove il termine “pedagogo” forse avrebbe bisogno di una visita sul vocabolario, Mario Lodi è stato l’autore di Cipì, libro che ho veramente adorato nell’infanzia.

Riprendendo da Wikipedia i punti salienti della sua vita, Mario Lodi si diploma maestro all'Istituto magistrale di Cremona nel 1940. Da studente si ribella alle manifestazioni per la guerra organizzate dai fascisti: da quel "no" verrà la presa di coscienza che lo porterà poi, dopo la guerra, all'impegno pedagogico per una scuola nuova in una società democratica.
Nel 1948 è nominato maestro di ruolo a San Giovanni in Croce, dove scopre le capacità creative dei bambini e la sua incapacità di maestro formato dall'Istituto magistrale a svilupparle e organizzarle nel lavoro scolastico con una metodologia coerente. Comincia un periodo di esperienze, incontri, dibattiti, seminari nel Movimento di Cooperazione educativa, che ogni anno, nel Convegno Nazionale, si traducevano in una sintesi pedagogica. Nasceva così, con l'introduzione critica nella scuola italiana delle tecniche del pedagogista francese Celestin Freinet, un'impostazione pedagogica nuova e alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni: il testo libero, il calcolo vivente, le attività espressive (pittura, teatro, danza, ecc.), la ricerca sul campo, la corrispondenza interscolastica, la stampa a scuola, la scrittura individuale di storie e di veri e propri libri (come Cipì).

Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Vho di Piadena (prov. di Cremona), suo paese natale. Ed è qui che Cipì nasce.

Riporto uno stralcio di quanto scritto nella quarta di copertina:

[...] Oltre i vetri dell’aula, il maestro ed i ragazzi scoprono ed annotano una storia comune nel mondo della natura, ma non per questo meno vera e significativa, meno ricca di poesia e di simboli: quella del passerotto Cipì e della sua compagna Passerì, circondati da personaggi di volta in volta buoni e cattivi: un gatto, un gufo, una margherita, ma anche il sole, le nuvole, le stagioni.
Seguendo le avventure di Cipì, identificandosi in lui, nelle sue difficoltà e nelle sue vittorie, i ragazzi hanno descritto la loro vita, le loro scoperte.
“Cipì” è una favola “vera” che nasce da una osservazione attenta e amorevole della realtà.

 
Forse questo tipo di libri vanno letti almeno due volte nella vita, perché con gli occhi da adulto si percepiscono sfumature che da bambino non si riescono ancora a cogliere, perché se ne guardano altre..
[…] Anche Cipì e Passerì conobbero la felicità ed ebbero tanti figli ai quali insegnarono le cose imparate nella vita: ad essere laboriosi per mantenersi onesti, ad essere buoni per poter essere amati, ad aprire bene gli occhi per distinguere il vero dal falso, ad essere coraggiosi per difendere la libertà.
fine


I tre libri di Mario Lodi nella mia libreria.

Nessun commento: